Tavola rotonda per il Meat Sounding: continua la joint venture tra i produttori Plant-based

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18 Marzo 2024

Una legge penalizzante per l’industria plant-based

È di novembre la notizia dell’approvazione della Camera dei Deputati del DDL contro la carne sintetica e il meat sounding su cui si è tanto discusso gli ultimi mesi. Questo potrebbe significare che, oltre a proibire la produzione e vendita di carne coltivata in laboratorio in Italia, non potranno più essere utilizzati termini come “burger”, “straccetti”, “nuggets”, “salsiccia” riferiti a prodotti plant-based.

È una notizia che ovviamente andrà a portare diversi cambiamenti e a penalizzare un’industria che ad oggi, in Italia, vale quasi 700 Milioni di € (Fonte: Nielsen, 2024) e continua a crescere: il nostro paese rappresenta addirittura il terzo mercato più grande d’Europa.

La risposta dei produttori al DLL meat-sounding

Stefano Gandini, Head of Legal in Atlante, spiega come ci siamo organizzati per fare fronte a questa situazione: “Atlante ha iniziato a dicembre dello scorso anno a organizzare incontri con altre aziende plant-based per decidere insieme come muoverci ed essere interpellati nella stesura di quella che sarà la lista di nomi vietati per le alternative alla carne. Ci siamo resi portavoce di questo gruppo con un comunicato stampa e con una missiva al Ministero dell’Agricoltura finalizzata a chiedere un incontro per poter insieme discutere l’ottenere una black list che sia mitigata, che non implichi alle aziende uno sconvolgimento totale.”
Il nostro obiettivo? “Siamo qui per poter aprire un dialogo, il nostro desiderata è che questa lista sia ragionata e non completamente penalizzante, cosa che ci obbligherebbe a un intervento massivo e alla distruzione di packaging già prodotto. Il settore delle alternative vegetali in Italia deve essere tutelato insieme alla sua forza lavoro”, conclude Stefano Gandini.

Il contesto globale

Non dobbiamo inoltre dimenticare i benefici che le alternative alla carne apportano in termini di sostenibilità.  La COP28, tenutasi a Dubai lo scorso dicembre, è stata un momento chiave nella lotta al cambiamento climatico e l’obiettivo stabilito è quello di guidare il mondo verso l’azzeramento delle emissioni nette di gas serra entro il 2050, in linea con le raccomandazioni della scienza climatica, raggiungendo il picco delle emissioni globali di carbonio entro il 2025.

L’implementazione del piano sarà cruciale e tra le azioni a supporto rientra la riduzione del consumo a base di carne, a favore di alternative vegetali dalla produzione più sostenibile.