Il cioccolato italiano conquista la Svizzera e non si ferma più

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27 Dicembre 2023

Secondo il recente articolo del Sole 24 Ore, il cioccolato italiano sta vivendo un momento d’oro in Svizzera e nel panorama globale. Le esportazioni sono aumentate del 37% in quattro anni, con un ulteriore incremento nel 2023. Atlante, nel dare uno sguardo approfondito a questo fenomeno, evidenzia il crescente interesse per il cioccolato italiano e la sua popolarità in costante crescita.

Natasha Linhart, fondatrice e CEO di Atlante, sottolinea l’importanza di questo trend nel settore alimentare italiano ma non solo. Atlante infatti, oltre ad importare per l’Italia il cioccolato svizzero di Frey, esporta quello italiano in moltissimi paesi nel mondo, dalla Gran Bretagna al Giappone. Atlante mira ad arrivare 10 milioni di euro con Atlante Brand, marchio riservato a prodotti autentici made in Italy nei prossimi due anni e a valorizzare sui mercati esteri della tradizione regionale del cioccolato italiano, dal Piemonte alla Toscana alla Sicilia.

Il cioccolato italiano conquista la Svizzera e non si ferma più

Le vendite in territorio elvetico sono salite del 37% in quattro anni, ma la crescita è anche globale: nei primi 8 mesi del 2023 l’export è a +5,6% sul 2022 per un saldo positivo di 994 milioni di euro
di Manuela Soressi
24 dicembre 2023

cioccolato-italiano-sole24oreVendiamo cioccolato agli svizzeri. E sempre di più. Tra 2018 e 2022 le esportazioni in territorio elvetico sono aumentate del 37% in volume e del 25% in valore, arrivando a 3.386 tonnellate e sfiorando i 29 milioni di euro. Quest’anno, tra gennaio e ottobre, si è registrato un +4,8% a volume e +5,8% a valore, come rileva la federazione dei produttori Chocosuisse. Non accade lo stesso con il cioccolato svizzero in Italia: nell’arco di dieci anni ne abbiamo comprato il 16,4% in meno per un totale di 4.897 tonnellate.

Un trend che preoccupa i produttori elvetici, alle prese con mercato interno ancora lontano dalle dimensioni pre pandemiche e sempre più dominato dai prodotti d’importazione, favoriti dal favorevole rapporto qualità/prezzo e dalla bassa fedeltà dei consumatori ai brand nazionali. L’interesse per il cioccolato italiano aumenta anche presso i produttori svizzeri. Se due anni fa il Gruppo Lindt & Sprüngli ha rilevato lo storico produttore Caffarel, l’inventore del gianduiotto, ora anche Nestlé porta in patria più cioccolato italiano. «Nel 2023 il nostro brand Perugina ha registrato una crescita dei volumi esportati in Svizzera – conferma Florence Audoyer, managing director confectionery Nestlé in Italia – Un risultato dovuto sia alla collaborazione con i retailer, che ci ha fatto conoscere di più, sia ai costanti investimenti nello stabilimento di San Sisto (14 milioni di euro nel 2022-23, ndr) per farne l’hub internazionale del cioccolato e rafforzare l’export dei prodotti iconici del made in Italy».

In effetti il successo del cioccolato italiano è davvero globale. Lo confermano i dati Ismea: nel 2022 l’export ha toccato le 266mila tonnellate per un controvalore di 1.679 milioni di euro, con una crescita annua a due cifre. Nei primi otto mesi di quest’anno i volumi sono rimasti stabili mentre il giro d’affari è salito di un ulteriore 9,5%. Questo trend conferma la salute della bilancia commerciale del settore, che nei primi otto mesi del 2023 ha ottenuto un saldo positivo di 994 milioni di euro (+5,6% rispetto allo stesso periodo del 2022), consolidando l’importante ruolo globale dell’Italia, che detiene una quota del 12% sulle esportazioni mondiali di cioccolato.

«A spingere da sempre il cioccolato italiano non sono solo la capacità di selezionare le materie prime di eccellente qualità e di produrre cioccolato senza altri grassi vegetali se non il burro di cacao – spiega Mario Piccialuti, direttore generale di Unione Italiana Food, l’associazione che riunisce i produttori in Italia – ma anche una capacità innovativa sempre più sviluppata. Fattori che rendono le aziende italiane leader nel mondo. E poi, ovviamente, ci sono i prodotti iconici della pralineria italiana che fanno da ‘apripista’ anche nei mercati più difficili o meno scontati, come la Svizzera». Gli elvetici amano soprattutto le praline artigianali e i tartufi di cioccolato (l’azienda torinese La Perla ne aumenta le vendite del 10% l’anno) ma questo Natale è made in Italy (è firmata Amedei) anche la tavoletta selezionata per le strenne dalla catena di department store Globus. Non accade solo in Svizzera: come emerge dal rapporto ‘Esportare la Dolce Vita’, il cioccolato è un prodotto-chiave dell’export alimentare italiano in una ventina di paesi, dall’Arabia Saudita al Brasile, come conferma l’internazionalizzazione di molte imprese. Ad esempio per Icam l’estero genera il 60% del fatturato, per Venchi il 50%, per Domori, Amedei e Zàini il 40% e per Sorini oltre l’80%.

«L’Italia ha una lunga tradizione nel cioccolato di qualità, soprattutto con le nocciole, e questo savoir faire viene riconosciuto nel mondo, in particolare nella fascia premium» sottolinea Natasha Linhart, fondatrice e ceo di Atlante, società bolognese di import-export che con il cioccolato fattura 15 milioni di euro. Atlante importa in Italia anche il cioccolato svizzero Frey (1,7 milioni di kg annui) ed esporta quello italiano in decine di paesi, dal Giappone alla Gran Bretagna. «I prodotti più richiesti sono i gianduiotti e le tavolette ripiene di cremino, che per il Sudafrica realizziamo anche in versioni speciali, ad esempio con chicchi di melograno o scorze d’arancio» aggiunge Linhart. Questi prodotti sono venduti con il brand Atlante, riservato all’autentico made in Italy, che oggi fattura un milione di euro ma che in due anni dovrebbe arrivare a 10 milioni di euro, grazie all’acquisizione di nuovi clienti nel retail e all’espansione dell’offerta. Ma anche alla valorizzazione sui mercati esteri della tradizione regionale del cioccolato italiano, dal Piemonte alla Toscana alla Sicilia.