Un altro colpo durissimo all’export agroalimentare nel Regno Unito

29 Marzo 2022

Atlante porta l’attenzione sulla nuova crisi che sta impattando le rotte di navigazione dall’Italia al Regno Unito.

Da mesi le aziende esportatrici Italiane sono costrette a subire aumenti fino al 600% delle tariffe per le tratte marittime.

Dopo aver denunciato gli aumenti di costo insostenibili per le tratte verso gli Stati Uniti, oggi siamo testimoni e vittime di un ennesimo, durissimo colpo inferto alle esportazioni agro-alimentari italiane verso il Regno Unito.

Il trasporto marittimo delle merci è gestito da poche compagnie di navigazione e le prime cinque gestiscono all’incirca il 90% dei container movimentati in tutto il mondo.

Se inizialmente la ripresa della domanda post pandemica ha generato colli di bottiglia succedutisi in diverse parti del mondo innescando una spirale perversa del costo dei noli e di congestione nei porti, oggi non sussistono ragioni tecniche che giustificano un rincaro così forte dei costi di trasporto.

I dati di bilancio relativi al primo quadrimestre 2021 pubblicati da Maersk – che da sola gestisce circa il 25% del traffico globale – sono estremamente significativi di una extra marginalità di cui il settore sta beneficiando.

Il grido di allarme delle aziende operanti sui mercati internazionali, si allarga oggi anche a causa dell’esplosione del prezzo dell’energia, dell’incertezza sulla reperibilità delle materie prime e dell’impennata di tutte le voci di costo generata dal conflitto in Ucraina. Una situazione che rischia di mettere a repentaglio lo sviluppo di un intero settore che ha retto per decenni l’export del made in Italy.

Adesso, come se tutto questo non bastasse, siamo venuti a conoscenza della decisione di Cosco di raddoppiare i costi del nolo dal porto di Salerno con destinazione UK e che anche MSC ha deciso cancellare la rotta dal porto di Napoli a partire da venerdì 1° aprile. Napoli, pur essendo spesso congestionato, è porto strategico per le esportazioni di pomodoro e pasta da tutta l’Italia meridionale: per effetto di questa decisione, i container dovranno da ora in avanti transitare dal porto di Gioia Tauro con l’ausilio di una nave feeder o a mezzo ferrovia.

Il trasferimento del traffico da Napoli a Gioia Tauro, che certamente aiuterà a decongestionare il porto di Napoli, genererà però costi aggiuntivi immediati oltre che un inevitabile ulteriore peggioramento del servizio. I tempi di resa medi, infatti, si allungheranno di almeno una settimana e aumenteranno congestione e ritardi. E’ più che realistico prevedere un impatto sull’export complessivo di pasta e pomodoro italiani.

“Siamo estremamente preoccupati di fronte a questa imposizione di tariffe spropositate sui noli marittimi; un rischio per la tenuta dell’export in una fase già per altri verso drammatica sul fronte dei costi di produzione per le imprese” commenta Natasha Linhart, CEO di Atlante. “Sollecitiamo autorità, stampa e istituzioni affinché su questo tema si agisca in fretta per la tenuta di un patrimonio nazionale, quale l’export dei prodotti del Made in Italy rappresenta”.

Un allarme che giunge dai principali operatori nazionali, come Atlante, azienda specializzata nell’export di prodotti alimentari italiani verso il Regno Unito, De Matteis Agroalimentare, tra i principali esportatori di pasta italiana e La Doria, anch’essa azienda leader nella trasformazione del pomodoro e nella produzione di sughi e condimenti.