Atlante e l’export senza confini

11 Aprile 2023

Atlante premiata come protagonista nel settore dell’export di prodotti greci. L’azienda di Casalecchio è stata al centro del nono ‘Export Summit’, che si è tenuto di recente a Salonicco, in Grecia: un evento annuale, organizzato dalla Greek Exports Association, che include la Hall of Fame dei protagonisti dell’export greco per onorare e premiare i partner più virtuosi. «In Italia lo yogurt greco è un segmento di grande successo – dichiara Natasha Linhart, ceo di Atlante – : vale il 16% del totale sul comparto yogurt ed è cresciuto del 5,7% lo scorso anno. Ci sentiamo protagonisti di questo risultato: siamo uno dei principali distributori di yogurt greco Mdd e serviamo i principali retailer della distribuzione organizzata, grazie alla collaborazione con Kri Kri (partner ellenico di Atlante; ndr)». Atlante, infatti, è leader di mercato per le specialità greche. Il 2022 è stata una stagione di successo per la categoria dei gelati, con una crescita del +38% a valore e +29% a volume per la gamma di pot e stecchi. Quest’anno verrà lanciato anche il bisco-gelato di yogurt greco.

Linhart, ci parli di questi risultati.
«Negli ultimi 15 anni l’azienda è cresciuta in maniera veramente forte, basandosi su alcuni aspetti fondamentali».

Quali? «Partirei dai valori che riflettono la nostra visione: vogliamo essere un posto dove la gente ama lavorare e per cui veniamo scelti dai partner commerciali, sia i clienti che i fornitori. Una relazione basata sul ’win win’ e sul rispetto».

Che crescita avete vissuto?
«Abbiamo una filosofia di inclusione delle persone, con particolare attenzione al capitale umano e sociale: siamo passati in 15 anni da 20 a un centinaio di persone. E il fatturato è cresciuto da 20 a oltre 200 milioni all’anno».

Un’espansione ancora in corso.
«La creatività interna dell’azienda è molto spiccata, con un equilibrio tra mole di lavoro e stimoli continui. Tutto questo nonostante le difficoltà degli ultimi anni, tra pandemia, guerra, inflazione e recessione».

Il vostro mercato di riferimento cosa racconta?

«È diviso in due: metà riguarda le importazioni, con prodotti che provengono da svariate parti del mondo. Abbiamo allargato il nostro bacino geografico. Non solo Europa, ma anche Estremo Oriente e Sud est asiatico, oltre che Stati Uniti e Sud America».

E l’altra metà?
«L’altra metà del fatturato riguarda l’Italia. Portiamo all’estero le nostre specialità: dalla pasta al pomodoro, dal vino ai sughi, dai formaggi fino al caffè e alle salse. Lavoriamo con piccole aziende che fanno prodotti fantastici, ma che da sole non sarebbero in grado di occuparsi del l’export».

L’Italia resta un asset vincente? «È un Paese con una ricchezza gastronomica infinita. Ecco perché è importantissimo avere un rapporto di fiducia con i clienti».

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