L’impatto delle alte temperature sui mercati delle materie prime

4 Agosto 2023

Il clima ha sempre esercitato un impatto importante sui mercati delle materie prime condizionando costantemente i livelli di approvvigionamento, delle scorte e dei prezzi, causando variazioni di equilibrio di varia entità tra domanda e offerta.

Nonostante le perturbazioni e i cambiamenti stagionali del meteo hanno sempre richiesto un certo monitoraggio, il cambiamento climatico ha aumentato la frequenza e la gravità di eventi meteorologici estremi ed irregolari, tra le quali estati più calde e stagioni sempre più umide, che stanno mettendo sempre più alla prova i mercati delle materie prime, aumentando così il rischio di shock dell’offerta e una forte volatilità dei prezzi.

Le ondate di caldo che hanno colpito l’Europa hanno portato temperature superiori ai 40 ºC influenzando la produzione globale con effetti dannosi e duraturi su gran parte dei raccolti stagionali nazionali e sulle rese (in particolare di mais, patate e barbabietole da zucchero che sono più sensibili all’ammanco di acqua e a condizioni di siccità), portando i prezzi dei prodotti agricoli a livelli sempre più alti e aumentando il fabbisogno di importazioni nei Paesi principalmente colpiti. Allo stesso tempo, anche il costo dell’allevamento aumenta esponenzialmente per via del surriscaldamento del bestiame.  Lo stress causato dal calore ha effetti sul comportamento degli animali, facendo sì che i polli depongano meno uova e le vacche da latte producano meno latte.

Le aree geografiche con più criticità

  • Canada: siccità persistente in particolare nelle aree al confine con gli Stati Uniti con impatto su frumento duro e legumi. Al momento, la produzione è rivista al ribassoper la campagna 23/24  per via del livello critico di umidità dei suoli in tutte le zone di coltivazione, con un evidente impatto sullo sviluppo delle colture che mostrano condizioni sempre peggiori.
  • USA: siccità che colpisce circa il 50% delle aree di coltivazione del mais e del seme di soia, con condizioni in leggero miglioramento ultimamente, ma che difficilmente permetterà di raggiungere le rese record previste.
  • UE: l’Europa sud-orientale, che ha attraversato condizioni siccitose nel corso dell’inverno, è stata poi colpita da eccesso di piogge ed inondazioni da maggio in avanti, con impatti su livelli di produzione e soprattutto sulla qualità del frumento (duro e tenero). Nella penisola iberica in particolare, una siccità drammatica sta riducendo il potenziale di produzione di olio di oliva dopo aver impattato le produzioni di frumento tenero e duro. Il nord Europa (Germania, Polonia, Paesi Baltici) riscontra ancora problemi con la siccità, con impatto sulla produzione di colza e frumenti. In Italia, le piogge di maggio e giugno hanno rallentato la raccolta e causato forti problemi qualitativi, relativi soprattutto al peso specifico. Le aspettative sono per maggiori importazioni a fronte della scarsa qualità del raccolto: a livello europeo, per questa campagna sono previste in aumento del 30% rispetto al 22/23.
  • Nord Africa: perdura la siccità con impatto sulle produzioni di frumento tenero e duro.
  • Indonesia: eccessive precipitazioni hanno compromesso le prospettive di produzione di caffè (varietà robusta).
  • Sud Est asiatico e Australia: la comparsa di El Nino porterà nella seconda parte del 2023 scarsità di precipitazioni nel Sud Est asiatico (olio di palma, olio di cocco, riso e zucchero in Tailandia) e in Australia (frumento e canola), mentre potrebbe portare sollievo dalla siccità in Sud America (Argentina e Brasile: mais e seme di soia, zucchero in Brasile).
  • Argentina: la siccità ancora in corso ha già condizionato la semina del grano del raccolto 2023/24, impedendo il completamento delle semine previste: rivisto al ribasso di 2 Mio t le previsioni di produzione argentina per il prossimo raccolto.

Possibili adattamenti

Mentre le temperature più calde sembrano destinate a diventare un evento regolare in futuro, come possono i sistemi alimentari mitigare l’impatto sui costi per i consumatori?

  • Un’opzione che alcuni agricoltori prendono in considerazione è quella di cambiare le colture per coltivare alimenti che sono più resistenti al calore estremo e alla siccità. Tuttavia, in alcune zone non sarà possibile per via delle temperature così elevate che danneggiano i terreni a livello tale che non saranno più adatti per l’uso agricolo.
  • Un’altra opzione è ripensare il funzionamento dei sistemi alimentari globali mediante sistemi alimentari resilienti che hanno più stoccaggio, più diversità di percorsi di approvvigionamento, e più decentramento (in netto contrasto col modello attuale che consiste in grandi centri di trasformazione e distribuzione con tempistiche di lavorazione e distribuzione ristrette). Un sistema resiliente di questo tipo è più costoso e non comporterebbe costi alimentari più economici. Tuttavia, garantirebbe che la fornitura di cibo sia meno vulnerabile agli shock climatici, a beneficio dei consumatori e della stabilità politica globale.
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