Il caso Italia 2023: lo spreco di cibo diminuisce del 12%

24 Maggio 2023

Lo spreco di cibo è un fenomeno complesso che coinvolge produttori, distributori e consumatori. Secondo l’ultima indagine condotta da Waste Watcher, la maggior parte degli sprechi (53%) si verificano a livello domestico: gli alimenti più gettati dagli italiani sono frutta, verdura, pane e pasta, seguiti da carne e pesce.

Lo studio rivela che il prezzo degli sprechi alimentari in Italia nel 2023 ha raggiunto i 9 miliardi di euro. Questi dati confermano che l’Italia è ancora lontana dall’obiettivo di ridurre del 50% lo spreco alimentare entro il 2030, come stabilito dall’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite. Tuttavia, il rapporto Waste Watcher offre anche un dato interessante: rispetto al 2021, lo spreco di cibo è diminuito del 12%. Un elemento che fa ben sperare per il futuro del nostro Paese – e del pianeta.

Scegliere un’alimentazione plant-based, basata sul consumo di frutta, verdura, legumi, cereali integrali e semi contribuisce senza dubbio a ridurre lo spreco alimentare.
Gli alimenti vegetali, infatti, richiedono meno risorse per la produzione rispetto a quelli di origine animale, e la loro conservazione può essere prolungata, limitando gli sprechi.
Inoltre, un approccio plant-based favorisce la scelta di prodotti locali e di stagione, riducendo la domanda di prodotti importati o fuori stagione, che hanno un impatto ecologico maggiore. Pertanto, un regime alimentare senza proteine animali può essere un efficace strumento nella lotta allo spreco alimentare, allineandosi agli obiettivi di sostenibilità dell’Agenda 2030.

 

Cosa possiamo fare per diminuire lo spreco alimentare

Diamo brevemente un’occhiata agli spunti che il report suggerisce per affrontare il problema, contribuire a migliorare la consapevolezza dei consumatori e promuovere un uso più attento delle risorse alimentari.

  • Educazione al consumo responsabile: promuovere campagne di sensibilizzazione e formazione per incentivare una maggiore attenzione alla gestione degli alimenti e alla riduzione degli sprechi. Questo può includere l’informazione sulle date di scadenza, l’importanza di una corretta conservazione e la valorizzazione degli avanzi.
  • Ridimensionare le porzioni: in particolare nel settore della ristorazione, è possibile ridurre gli sprechi attraverso l’offerta di porzioni più adatte alle esigenze dei singoli clienti e l’adozione di menù a base di ingredienti di stagione e a chilometro zero, che consentono di limitare gli sprechi e di supportare iniziative di recupero e redistribuzione degli alimenti.
  • Innovazione e tecnologia: sfruttare le potenzialità offerte dalle nuove tecnologie per ottimizzare la gestione della filiera alimentare e ridurre il cibo gettato via. Ad esempio, applicazioni e piattaforme digitali possono facilitare la condivisione di informazioni tra gli attori coinvolti, promuovere l’adozione di soluzioni di packaging sostenibili e supportare i consumatori nella gestione degli acquisti e delle scorte alimentari.
  • Coinvolgimento delle istituzioni e delle politiche pubbliche: sollecitare l’adozione di misure legislative e di incentivi economici per promuovere un’efficace lotta contro lo spreco alimentare a tutti i livelli. Questo può includere la promozione di standard di produzione e distribuzione sostenibili, l’introduzione di meccanismi di premialità e penalità per le aziende, e la creazione di strutture di monitoraggio e controllo.

 

In conclusione, l’indagine Waste Watcher evidenzia un problema di grande rilevanza per l’Italia, ma offre anche importanti spunti per affrontarlo con successo.
La riduzione dello spreco di cibo è un obiettivo fondamentale non solo per il benessere economico e sociale del nostro Paese, ma anche per la sostenibilità ambientale e la lotta contro il cambiamento climatico.

Atlante è fortemente impegnata nella lotta contro lo spreco: dal 2013 infatti è in atto una collaborazione continua con il Banco Alimentare. Periodicamente vengono inviate al Banco Emilia Romagna, che serve 750 strutture sostenendo così oltre 125.000 persone sul territorio regionale, le eccedenze alimentari costituite da prodotti sicuri e buoni ma che non possono essere immessi sul mercato per ragioni legate alle scadenze ravvicinate.
Inoltre, i dipendenti di Atlante partecipano annualmente alla famosa Colletta Alimentare e nel corso del 2022 sono state organizzate delle giornate di volontariato d’impresa presso il Banco Alimentare.