Private label: la GDO UK supera il 52% di quota e punta su valore e fiducia

Crescita della marca del distributore nel Regno Unito: più spazio a scaffale per il private label nel grocery UK

8 Luglio 2025

I prodotti a marchio del distributore non sono più un’alternativa economica e di seconda scelta: oggi guidano l’evoluzione del grocery moderno. Il 62% dei consumatori britannici sceglie il private label per la sua convenienza e il 58% afferma che la qualità è paragonabile a quella dei prodotti di marca. Il messaggio è chiaro: i consumatori non sono più fedeli al brand, ma al valore.

Questa preferenza crescente è diventata una delle caratteristiche distintive del comportamento d’acquisto post-pandemia, mentre i consumatori rivalutano ciò che conta davvero davanti allo scaffale: prezzo, qualità e fiducia. Il private label non è più una semplice alternativa “abbastanza buona”, ma un vantaggio strategico.

Private label UK: un’evoluzione lunga un secolo

Non si tratta di un cambiamento improvviso, ma dell’ultimo capitolo di una trasformazione che dura da oltre cent’anni. Dal lancio da parte di Sainsbury’s dei primi tè a marchio proprio nel 1903 fino alle attuali gamme premium e diversificate, il private label ha ampliato in modo costante il proprio ruolo e la propria reputazione.

Nel corso dei decenni, cicli economici e aspettative dei consumatori hanno contribuito a modellare l’offerta a marchio del distributore: dalle linee basic a quelle gourmet, plant-based e orientate al benessere.

Nel 2023, questa evoluzione ha raggiunto un nuovo apice: le vendite di prodotti a marchio proprio nel Regno Unito sono cresciute a un ritmo doppio rispetto ai prodotti di marca. I retailer hanno risposto investendo in ricerca e sviluppo, migliorando design e qualità, e portando il private label al centro delle proprie strategie di marketing.

Convenienza, qualità e crescita: perché il private label conquista i consumatori UK

Secondo dati aggiornati a gennaio 2025, i prodotti a marchio del distributore rappresentano il 52,3% delle vendite grocery nel Regno Unito. Un traguardo che evidenzia quanto il private label sia ormai radicato nelle abitudini d’acquisto delle famiglie.

E non è un fenomeno limitato al Regno Unito. Secondo Circana, nei principali mercati europei le vendite a valore del private label sono cresciute del 9,4%, mentre i brand hanno registrato un calo del 3,8% in volume. I consumatori non stanno più “accontentandosi” del private label: lo scelgono per il valore, la qualità e la pertinenza rispetto alle loro esigenze.

Retailer come Aldi hanno riportato una forte crescita nelle proprie linee premium, a dimostrazione del fatto che i consumatori non fanno solo “trade down”, ma anche “trade up” all’interno delle categorie private label. L’opportunità non risiede solo nel prezzo, ma nella capacità di rispondere a stili di vita in evoluzione con assortimenti flessibili e ben costruiti.

Private label e fiducia digitale: il ruolo decisivo delle recensioni online

Anche se la presentazione in negozio è migliorata in modo significativo, molte gamme private label continuano a incontrare difficoltà online: la scarsità di recensioni. In un contesto retail sempre più digitale, le recensioni giocano un ruolo fondamentale nelle decisioni di acquisto. Offrono rassicurazione, confronto e conferma — soprattutto quando i clienti passano da un brand conosciuto a un prodotto nuovo.

Un’analisi di CheckoutSmart condotta sui siti dei principali supermercati del Regno Unito ha rilevato che:

  • i prodotti di marca superano in media i private label di 0,6 stelle nelle recensioni;
  • questo divario si è ampliato negli ultimi due anni;
  • oltre il 50% dei prodotti a marchio del distributore ha meno di 30 recensioni.

Questo gap nella presenza digitale non riflette un problema di qualità, ma incide sulle conversioni. Quando mancano endorsement visibili e autentici da parte degli utenti, anche i clienti soddisfatti possono esitare prima dell’acquisto.

Come rafforzare il futuro del private label: percezione, contenuti, strategia

Per sfruttare appieno le potenzialità del private label, i retailer devono investire non solo nella qualità del prodotto, ma anche nella sua percezione. Questo significa andare oltre le strategie di prezzo e includere elementi come packaging, posizionamento, messaggi legati alla sostenibilità e credibilità online.

Rafforzando i contenuti digitali e incoraggiando il feedback dei clienti, è possibile colmare il divario nelle recensioni e costruire un rapporto di fiducia più profondo con i consumatori, favorendo sia il coinvolgimento che le vendite. I consumatori sono pronti a credere nel private label: hanno solo bisogno della fiducia necessaria per fare il passo.

Cosa insegna il caso UK sul futuro del private label in Europa

L’evoluzione del private label nel Regno Unito è solo in parte legata alla congiuntura economica. Sempre più spesso è il risultato di una strategia di posizionamento chiara, costruita su assortimenti credibili, coerenti e ben comunicati.

Per chi sviluppa progetti a marchio del distributore, guardare a questo mercato significa intercettare in anticipo i segnali di cambiamento e leggere con più consapevolezza anche le sfide che si presentano altrove.